I racconti del commissario: la SC entra ai box!

Negli anni ho maturato la consapevolezza che essere ufficiale di gara sviluppi una specie di sesto senso per gli eventi di pista, una sorta di inspiegabile capacità di percepire gli accadimenti futuri attraverso un immotivato nervosismo, quasi fossimo bestie nell’imminenza di una catastrofe naturale. Quello stesso immotivato nervosismo si era impadronito di me la mattina del 23 aprile 2006, mentre le vetture della GP2 si stavano schierando in griglia per la partenza della “Sprint Race”, ghiotto antipasto al Gran Premio di San Marino di Formula 1 che sarebbe partito tre ore e spiccioli dopo. Avevo già fatto decine di partenze sul muretto come giudice di fatto e non c’era motivo di essere agitati. Eppure allo spegnersi dei semafori e allo scattare delle vetture strinsi la bandiera gialla come se dovesse succedere qualcosa di inatteso in pista da un momento all’altro.

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Il francese Franck Perera precede Lucas Di Grassi alla Variante Bassa nel corso della “Feature Race” del sabato a Imola. (foto http://www.f1fanatic.co.uk)

Effettivamente tutte le vetture si mossero tranne una, quella dello spagnolo Valles che si trovava in decima posizione. Dal muretto tutti noi commissari iniziammo immediatamente a sventolare le bandiere gialle per segnalare il pericolo ai piloti delle file successive, ed effettivamente tutti schivarono la vettura ferma. Tutti tranne uno. Il brasiliano Di Grassi che era scattato dalla ventiduesima posizione arrivò già lanciato all’altezza della quinta fila e, coperto dagli avversari, si avvide solo all’ultimo della monoposto di Valles ferma. Lucas sterzò disperatamente a sinistra, ma non potè evitare l’impatto. la manovra evitò fortunatamente danni ai piloti, ma le vetture di disintegrarono letteralmente, seminando detriti su tutta la larghezza del rettilineo ( a seguire le immagini di quella partenza)

Non c’è tempo per pensare in quelle situazioni ed appena passata la vettura dell’antincendio saltai giù dal muretto insieme ai colleghi correndo verso il punto dell’incidente cercando di liberare una corsia di passaggio per le altre vetture che stavano per essere bloccate dall’ingresso della Safety Car. Mentre avevamo iniziato a calciare via i detriti più voluminosi (i pezzi delle vetture erano roventi e non potevamo nemmeno sfiorarli con le mani) arrivò il richiamo per radio. Contrordine: tutti in corsia box: la Safety Car passerà dalla “pit lane”!

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Alla staccata della Rivazza Nicolas Lapierre precede Nelson Piquet Jr.

Una procedura di questo tipo con il passaggio dalla “pit lane” del serpentone delle vetture non era nemmeno contemplato dal regolamento sportivo, ma la direzione gara prese la coraggiosa decisione di tentare una manovra simile proprio a Imola, nella corsia box più stretta di tutto il campionato mondiale. Fu così che noi commissari ci trovammo tra “l’incudine ed il martello”, costruendo un cordone umano che separava l’area di lavoro (dove i meccanici si stavano preparando per eventuali soste delle vetture e spingevano alle nostre spalle) e la corsia di passaggio dove la vettura di sicurezza procedeva in testa al plotone delle monoposto in gara passando a pochi centimetri dai nostri piedi.

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Con la vettura dell’ ART Grand Prix era in pista quel giorno a Imola anche un giovane inglese che sarebbe diventato campione in quella GP2 del 2006. Il suo nome? Lewis Hamilton

Questa pericolosa “giostra” di protrasse per alcuni giri necessari ai servizi per ripulire il rettilineo poi, finalmente, la Safety Car lasciò le vetture in regime di corsa libera e tutto si svolse regolarmente. Dopo una procedura del genere noi commissari eravamo felicissimi per come avevamo gestito l’emergenza, mentre per radio giunsero l’applauso ed i complimenti della sala monitor. A fine giornata dopo il Gran Premio mi ritrovai ad incrociare nel paddock il direttore di prova della massima formula Charlie Whiting. Quest’ultimo vide dalla mia pettorina che ero uno dei “pit marshals” e con cordialità ed educazione tipicamente inglesi mi salutò ringraziandomi per l’operato. Ne fui molto onorato e risposi “See you next year”. Non potevo saperlo, ma purtroppo per noi non ci fu un “next year” perché quel giorno si era svolta quella che, ad oggi, resta l’ultima edizione del Gran Premio di San Marino di Formula 1. Da quel giorno però, ogni volta che un incidente in partenza ostruisce il rettilineo, la Safety Car accompagna le vetture in corsia box in ossequio ad una procedura ormai consolidata. E mi piace pensare che, attraverso il miglioramento della sicurezza, qualcosa del nostro lavoro di commissari dell’Enzo e Dino Ferrari resti anche oggi nel Mondiale di Formula 1

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Il serpentone delle GP2 si tuffa sul rettilineo di Imola libero dai detriti. La categoria cadetta tornerà solo 5 anni con la tappa finale della serie asiatica

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